Una delle novità più attese della delega fiscale, che il governo approverà nelle prossime settimane, è quella della depenalizzazione dell’ iva. Con la crisi succede sempre più spesso che gli imprenditori, una volta dichiarata in maniera corretta l’imposta non sono in grado di effettuare il versamento. Spesso i motivi sono legati alla difficoltà economiche, ad esempio, in alcuni casi, gli imprenditori decidono di usare le somme per pagare i propri dipendenti.

Cosa cambierà in futuro?

In futuro chi si comporta in questo modo dovrà certamente vedersela con l’amministrazione fiscale, che cercherà con i mezzi a propria disposizione di recuperare gli importi dovuti (e ammessi con la dichiarazione); ma non dovrà in aggiunta affrontare un processo penale. La norma attuale prevede invece la punibilità con la reclusione da sei mesi a due anni nel caso in cui l’omesso versamento superi l’ammontare di cinquantamila euro per ciascun periodo d’imposta.

Nello scorso aprile la Corte costituzionale ha dichiarato l’incostituzionalità della sanzione penale per l’omesso versamento, relativamente ai fatti commessi fino al settembre 2011 (quando la normativa in materia è stata cambiata).

A questo pronunciamento sono seguite le sentenze di alcuni giudici che hanno assolto contribuenti imputati per il reato in questione. Sul piano politico, lo scorso anno proprio nell’ambito della discussione sulla delega era stato votato un ordine del giorno (su iniziativa di Enrico Zanetti, allora vicepresidente della commissione Finanze e oggi sottosegretario all’Economia) che impegnava appunto il governo a depenalizzare l’omesso versamento. E questa impostazione è stata mantenuta fino ad oggi nel lavoro di stesura dei decreti attuativi.

 A partire dal 20 novembre il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare ed inviare alle commissioni parlamentari, in rapida successione, i provvedimenti sull’abuso di diritto, sul adempimento collaborativo (cooperative compliance) e sul sistema sanzionatorio. Per approvare tutti i decreti c’è tempo fino a marzo del prossimo anno, dodici mesi dal via libera alla delega.