Le politiche sull’occupazione sono, oggi, sempre al centro del discorso politico: basta guardare un TG qualunque per sentire ogni giorno statistiche sul livello di occupazione dei giovani, dei meno giovani, etc…

Per fare un po’ di chiarezza su argomenti non sempre presentati in maniera cristallina, Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager ha discusso di questi temi con Luigi Bobba, sottosegretario al Lavoro, alla ricerca di risposte chiare ed esaustive su un argomento in pieno divenire.

Bobba parla di quanto è stato realizzato finora in fatto di decontribuzione sulle assunzioni a tempo indeterminato e sulle protezioni sociali per i lavoratori, ma aggiunge che adesso un intervento sulle politiche attive diventa “obbligatorio” per il Governo e punto focale del Jobs Act.

Cuzzilla trova risposte anche per quanto riguarda i manager, la categoria di cui fa parte, ma anche quella di cui probabilmente si parla di meno. Grazie al “manager to work”, per esempio, negli ultimi anni si è lavorato per la ricollocazione di queste figure chiave nelle aziende, oppure di una loro possibile autoimpreditorialità: insomma, dove diventa impossibile una nuova assunzione, il manager trova comunque la possibilità per mettersi in proprio. Naturalmente, Cuzzilla spera di ricevere i finanziamenti per il 2016, per continuare con questa linea.

Anche i fondi interprofessionali sono stati al centro dell’attenzione, durante l’incontro. Tenendo sempre ben presente la sinergia tra pubblico e privato, questi fondi vanno, secondo Cuzzilla, incentivati, perché sono fondamentali nel finanziamento autonomo di attività di formazione, di ricollocazione e di orientamento. Grazie alla neonata costituzione dell’ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro), Cuzzilla spera che ci sia una vera e propria bilateralità contrattuale, anche perché ha espressamente richiesto una rappresentanza della categoria dei manager nel suo organo di vigilanza.

La conclusione della chiacchierata si è concentrata sull’apprendistato e sul binomio scuola/lavoro, ispirato alla dualità tipica di molti Paesi europei, ma che in Italia non è ancora sfruttata in pieno. Migliorare il rapporto tra sistema educativo e mondo del lavoro, la formazione “on the job” e la più agile transizione dalla scuola alla prima occupazione devono essere migliorati, se si vuole assicurare che i giovani non si scoraggino ancora prima che la loro vita lavorativa cominci. E in questo, conclude Cuzzila, il mentoring dei manager può veramente essere un valido sostegno.