Calcolo del TFR in azienda: come procedere
Il calcolo TFR in azienda non è una semplice operazione. Esistono diversi tool che consentono di effettuare un calcolo TFR online, ma non sempre si tratta di strumenti precisi e che tengono conto di tutti i coefficienti e i dettagli da valutare. Inoltre una macchina non prende in considerazione la storia del rapporto di lavoro. Infatti, per poter avere un’idea realistica della somma che si andrà a ricevere si deve tener conto di appositi indici e bisogna far riferimento anche all’inflazione rilevata dall’ISTAT.
Proprio per questo motivo, per avere un esempio pratico del calcolo TFR, occorre rivolgersi a un esperto. Un consulente professionale del lavoro, specializzato in TFR, è la soluzione migliore se si vuole ottenere un calcolo scritto preciso che tenga conto di ogni dettaglio in base al proprio contratto e alla categoria di lavoro di appartenenza e chiaramente poter parlare direttamente con un consulente del lavoro ti permetterà di avere anche una consulenza di un esperto.
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Come funziona il TFR in azienda
Il trattamento di fine rapporto, conosciuto con l’acronimo TFR, viene disciplinato nel nostro Paese sin dal 1982. Ne hanno diritto tutti quei lavoratori che fanno parte del settore pubblico e privato.
Conoscere come funziona e sapere il trattamento di fine rapporto come si calcola consente di non imbattersi in errori alla fine del rapporto lavorativo. Chi desidera avere la sicurezza di ottenere un calcolo preciso e sicuro del TFR maturato in azienda, può cliccare qui per accedere al servizo dedicato dove un consulente specializzato si occuperà di assistere i lavoratori di ogni categoria.
Vediamo, quindi, tutto quello che c’è da sapere su questo argomento.
Definizione e caratteristiche del trattamento di fine rapporto
Il TFR o trattamento di fine rapporto non è altro che una somma di denaro che viene riconosciuta a ogni lavoratore dipendente come ulteriore compenso rispetto alla retribuzione ordinaria già ottenuta.
Hanno diritto a questo trattamento tutti coloro che hanno lavorato con contratto a tempo indeterminato e determinato, inclusi i dipendenti part-time. La cifra ricevuta dal lavoratore subordinato dipende dall’ammontare dello stipendio, che genera una precisa somma che viene mensilmente accantonata da parte del datore di lavoro.
In breve, quindi, non è altro che una retribuzione differita che spetta al dipendente per ogni mese di lavoro svolto. Questa cifra non viene erogata nell’immediato, ma soltanto nel momento in cui si determina la cessazione del rapporto lavorativo.
Molte volte, il TFR viene chiamato liquidazione, riferendosi al pagamento di questo compenso aggiuntivo da parte del datore di lavoro al dipendente.
Quando avviene il pagamento del TFR?
Si riceve il pagamento del trattamento di fine rapporto nel momento in cui avviene la cessazione del rapporto di lavoro, qualsiasi sia stata la causa. Il compenso viene erogato, dunque, quando si verificano queste diverse situazioni: il dipendente viene licenziato o si dimette in forma volontaria; si raggiunge l’età della pensione.
Nei casi appena citati il lavoratore ha diritto al pagamento della somma maturata negli anni di lavoro. Spetta al suo datore effettuare il preciso calcolo dell’ammontare del trattamento di fine rapporto e procedere alla liquidazione della somma.
Il TFR viene rivalutato annualmente e questa operazione fa riferimento a diversi indici che sono previsti dalla legge. Essendo calcolato su base mensile, tale trattamento spetta anche a chi ha svolto un’attività lavorativa inferiore ai 12 mesi.
Chi paga il trattamento di fine rapporto?
La cifra accumulata dal dipendente, per ciò che concerne il TFR, va liquidata dal datore di lavoro, che ha l’obbligo di pagarla. Nel caso in cui ciò non avviene, il lavoratore può procedere al recupero della somma avvalendosi del fondo di garanzia dell’INPS. Prima, però, deve essere stata avviata una procedura giudiziale che non ha ottenuto successo.
Tempistiche e modalità di pagamento del TFR
Ogni qual volta si conclude un rapporto di lavoro scatta il pagamento del TFR. Nel caso in cui il dipendente richieda un anticipo della somma, questa verrà detratta dalia cifra finale corrisposta dal datore di lavoro.
Le tempistiche che l’azienda deve obbligatoriamente rispettare per la liquidazione del pagamento dipendono dal tipo di contratto collettivo di riferimento e, di conseguenza, dalla precisa categoria di lavoratori.
Nel caso di mancato pagamento, la prescrizione avviene passati i 5 anni (dal termine del rapporto lavorativo) e in assenza di un reclamo da parte del lavoratore. Per quanto riguarda, invece, i dipendenti pubblici il pagamento segue delle modalità differenti.
Occorre, infatti, valutare la motivazione che ha portato alla conclusione del rapporto lavorativo. Di conseguenza, si configurano i seguenti scenari: pagamento entro 105 giorni in caso di decesso o inabilità del lavoratore; dopo 1 anno in caso di termine del contratto a tempo determinato o raggiungimento del limite anagrafico o del pensionamento; dopo 2 anni per tutti gli altri casi (dimissioni o licenziamento).
La liquidazione avviene in maniera automatica, senza che ci sia bisogno di fare richiesta. L’importo viene erogato in queste 3 differenti modalità: in unica soluzione se la cifra non supera i 50 mila euro; in due rate annuali se la cifra è compresa tra i 50 e i 100 mila euro (con la prima rata pari a 50 mila euro); in tre rate annuali se la somma totale supera i 100 mila euro (con le prime due rate che hanno valore di 50 mila euro).
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