Si allungano i tempi per la pensione, esattamente quattro mesi in più, che potrebbero essere anche “troppi” per alcuni lavoratori che aspettano “da tutta una vita”, o quasi.

Non si andrà più quindi in pensione a 66 anni e tre mesi di età fissati fino al 2015, ma 66 anni e sette mesi che saranno invece necessari dal primo gennaio prossimo per lasciare il lavoro.  Tale prolungamento è stato imposto dal fattore «aspettativa media di vita», un parametro fondamentale del sistema previdenziale Inps per garantirne la sostenibilità. Tale sistema venne istituito in base ad una legge del 2010 (governo Berlusconi) ed ha cadenza triennale.

Cosa cambia allora? In pratica cambia che tale sistema, dal 2019 avrà un ritmo più spedito – due anni – così come stabilito dalla riforma Fornero. Una volta introdotto ha fatto slittare l’età pensionabile di sette mesi, dove i quattro mesi in più vanno a sommarsi al minimo di età richiesto per l’assegno di vecchiaia e anche che al minimo di anni di contributi per la pensione anticipata.

Gli uomini  andranno in pensione a 66 anni e sette mesi, proprio come si legge nel sito  Inps dove si chiarisce in definitiva i termini pensionistici disposti dal decreto del ministero dell’Economia e per il 2019 si fisserà un nuovo adeguamento alla speranza di vita.

Le donne del settore privato andranno in pensione di vecchiaia a 65 anni e sette mesi (66 anni e sette mesi nel 2018) mentre le lavoratrici autonome andranno in pensione di vecchiaia a 66 anni e un mese (66 anni e sette mesi nel 2018). Le dipendenti pubbliche vanno in pensione di vecchiaia alla stessa età degli uomini (66 anni e sette mesi). La pensione anticipata dal 2016 rispetto all’età di vecchiaia si potrà percepire con 42 anni e 10 mesi se uomini e 41 anni e 10 mesi se donne.

Quando si parla di pensione, capita anche spesso, con l’approssimarsi degli anni, di dover parlare di assunzioni di colf e badanti. Questo è un fatto concreto nel nostro Paese, è anche vero che sono molte le persone che usano la propria pensione per potersi permettere un aiuto in casa. Upward, Consulenti del Lavoro, si occupa anche di questi servizi, nell’interesse di tutte le persone che vogliono regolarizzare le proprie colf e badanti e vivere in maniera serena nel rispetto delle leggi, senza dover incorrere in sanzioni ed essere penalizzati dal sistema fiscale.