Stop ai furbetti della Naspi e assenze ingiustificate false
Nel disegno di Legge in materia di lavoro approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso primo maggio insieme al Decreto Lavoro pubblicato in gazzetta ufficiale , il governo Meloni svolta definitivamente: stop ai furbetti della Naspi, ovvero quei lavoratori dipendenti che per ottenere l’indennità di disoccupazione in seguito al proprio licenziamento, ricorrevano a una serie di sotterfugi, uno in particolare prevedeva l’utilizzo del sistema dell’assenza ingiustificata per fruire della naspi.
Articolo aggiornato: Nuove Regole su Assenze Ingiustificate e Dimissioni Volontarie
Il ddl Lavoro 2024 ha introdotto delle importanti novità riguardanti le assenze ingiustificate sul posto di lavoro e le dimissioni volontarie. Con l’approvazione del provvedimento da parte della Camera dei Deputati, ed è ora in fase di revisione al Senato. Vediamo insieme i dettagli di queste nuove disposizioni che impattano direttamente il rapporto tra datori di lavoro e lavoratori.
Le ultime novità riguardano l’articolo 19 del disegno di legge, approvato l’11 dicembre 2024. Questo articolo modifica il Decreto Legislativo n. 151/2015, aggiungendo il comma 7-bis all’articolo 26. Le nuove disposizioni mirano a colmare una lacuna normativa, garantendo autenticità alle dimissioni e limitando abusi relativi alla NASpI tramite assenze ingiustificate
Le ultimissime novità in materia di lavoro riguardano il Collegato Lavoro (Legge n. 203/2024), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 28 dicembre 2024, entra in vigore proprio oggi, 12 gennaio 2025, portando con sé importanti novità. Le nuove disposizioni riguardano aspetti fondamentali come le dimissioni di fatto o per comportamenti concludenti, i limiti alla durata del periodo di prova nei contratti a tempo determinato, la somministrazione di lavoro, gli obblighi contributivi e gli ammortizzatori sociali.
In questo aggiornamento, ci concentreremo sulle modifiche che diventano operative da oggi, approfondendo gli aspetti più significativi per datori di lavoro e lavoratori.
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Dimissioni volontarie per assenza ingiustificata: cosa cambia?
La principale modifica apportata riguarda le dimissioni volontarie automatiche, introdotte in caso di assenza ingiustificata per oltre 15 giorni consecutivi. Secondo la nuova normativa, se il lavoratore non si presenta al lavoro per un periodo superiore a 15 giorni e non fornisce una giustificazione, si riterrà che abbia dato le dimissioni volontarie. Questa disposizione si applica anche nel caso in cui il contratto collettivo di lavoro non preveda una regola specifica per le assenze ingiustificate.
Principali novità sulle assenze ingiustificate e addio alla naspi dopo la data del 12/01/2025
- Norme sulla Risoluzione del Rapporto di Lavoro:
- Le assenze ingiustificate superiori ai termini stabiliti dal CCNL o, in mancanza, superiori a 15 giorni, possono comportare la risoluzione del rapporto per volontà del lavoratore.
- Il datore di lavoro deve comunicare tali assenze alla sede territoriale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL), che può verificarne la veridicità.
- Eccezioni: La disciplina non si applica se il lavoratore dimostra cause di forza maggiore o responsabilità del datore di lavoro.
- Tutela della Certezza Giuridica:
- La normativa introduce criteri per identificare dimissioni implicite (fatti concludenti) attraverso comportamenti inequivocabili.
- Si preserva il diritto del lavoratore e si limita l’abuso di strumenti come la NASpI, senza rinunciare a tutele contro le “dimissioni in bianco”.
- Gestione Operativa:
- Le assenze ingiustificate vanno comunicate formalmente tramite PEC all’INL, includendo dati utili per contattare il lavoratore.
- I giorni di assenza sono calcolati come giorni di calendario, a partire dal primo giorno ingiustificato.
- Le dimissioni possono essere formalizzate senza attendere l’intervento dell’Ispettorato, citando il riferimento normativo.
- Aspetti Procedurali e Prudenza:
- È essenziale adottare procedure disciplinari trasparenti e tempestive, nel rispetto del CCNL e dei principi di buona fede.
- In caso di contestazioni disciplinari, è raccomandato un approccio prudente per preservare i diritti delle parti e minimizzare i rischi di contenzioso.
Quando non si applicano le dimissioni volontarie
Tuttavia, la norma prevede delle eccezioni: se il lavoratore può dimostrare che non era possibile comunicare i motivi della sua assenza per cause oggettive, come una grave emergenza o condizioni personali particolari, la risoluzione del rapporto di lavoro non verrà applicata.
Obiettivi della nuova normativa
Le nuove disposizioni, che rientrano in un più ampio progetto di semplificazione del mercato del lavoro, mirano a garantire una gestione più chiara e trasparente delle risorse umane. Oltre alla questione delle assenze ingiustificate, il ddl Lavoro introduce modifiche relative alla sicurezza sul lavoro, alla disciplina dei contratti e all’adempimento degli obblighi contributivi, al periodo di prova, cassa integrazione, contratto misto e lavoro stagionale
Conclusioni
Grazie all’introduzione delle nuove norme del ddl Lavoro 2024, le aziende potranno risolvere più rapidamente e con maggiore sicurezza situazioni di assenza prolungata e ingiustificata. Al contempo, i lavoratori saranno tutelati in tutti quei casi in cui non è stato possibile comunicare i motivi dell’assenza. Resta fondamentale per tutti i soggetti interessati restare aggiornati su questi sviluppi normativi, per non incorrere in problemi futuri.
Cosa succedeva prima della riforma con i furbetti della Naspi
Prima della riforma, infatti, i dipendenti approfittavano del vuoto normativo per sfruttare l’indennità erogata dall’Inps (Naspi) introdotta Decreto Legislativo 4 marzo 2015, n. 22 come forma di aiuto temporaneo ai lavoratori disoccupati.
In pratica, poteva accadere che un lavoratore decidesse di assentarsi dal proprio posto di lavoro ingiustificatamente, inducendo il datore a licenziarlo dopo un periodo di assenza dal lavoro, senza maturare retribuzione, permessi, ferie e Rol indicati in busta paga. In questa direzione la risorsa, ottenuto il licenziamento dal proprio datore di lavoro, accedeva alla Naspi senza essere obbligato a dimettersi. Sappiamo, infatti, che le dimissioni non danno diritto all’indennità perché provengono dalla volontà del lavoratore dipendente.
Con tale stratagemma il lavoratore otteneva ciò che desiderava, accedendo liberamente alla Naspi grazie al licenziamento posto in essere dal suo datore che, talvolta consapevolmente, abboccava al tranello. Prima della riforma poteva anche accadere che la risorsa intraprendesse questo percorso parlandone prima con il suo datore, stabilendo a tavolino la strategia più conveniente per entrambi, ma a svantaggio dell’Inps, che si vedeva costretta a erogare la Naspi per il periodo previsto dalla legge.
Si tratta di un tema particolarmente complesso che va analizzato con uno studio specifico del caso concreto, valutando il contratto di lavoro e le condizioni che hanno portato al licenziamento. Se stai cercando delle alternative per poter accedere alla Naspi ti invitiamo a contattare i nostri consulenti, professionisti preparati e disponibili a fornire ogni tipo di chiarimento, valutando la situazione specifica e dando assistenza personalizzata in base alle esigenze del lavoratore.
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Le previsioni per il futuro tutele per i lavoratori e i datori di lavoro
La nuova normativa potrebbe portare al lavoratore che si assenta in modo ingiustificato dal posto di lavoro di farsi licenziare per “assenza ingiustificata”, precludendogli così l’accesso all’indennità. In pratica, il dipendente può decidere di non andare a lavoro volontariamente per un certo periodo facendo partire il licenziamento per ingiustificata assenza, ma tale procedimento sarà considerato come una perdita dell’impiego volontaria, che non dà diritto, dunque, alla Naspi.
Le intenzioni del legislatore, infatti, fanno intendere che quando l’assenza ingiustificata del lavoratore superi il termine previsto nel contratto di lavoro collettivo (CCNL) che gli è stato applicato, o si tratti comunque di un termine superiore ai cinque giorni, se il contratto non lo indica specificamente, il rapporto di lavoro debba essere considerato risolto per la libera volontà del lavoratore.
Questo significa che il datore di lavoro non sarà più tenuto a licenziare il lavoratore perché il rapporto è risolto ex lege, alla stregua e con le medesime conseguenze delle dimissioni che, sappiamo non dare diritto alla Naspi.
Ciò che bisogna sottolineare, infatti, è che rispetto al passato la Naspi potrebbe non essere più concessa nei casi di licenziamento per assenza ingiustificata, causa che dovrebbe essere considerata oggi come una risoluzione volontaria del rapporto di lavoro da parte del dipendente. Oltre questo caso, il lavoratore potrà accedere all’indennità di disoccupazione nei casi di licenziamento per giusta causa e in tutte le altre ipotesi ammesse dalla legge per accedervi.
Questa parte normativa ha finalmente messo in luce, la questione dei furbetti della Naspi, che con il loro atteggiamento scorretto creavano i presupposti per ricevere la Naspi a danno dell’Inps, e spesso approfittandosi anche del proprio datore.
L’assenza ingiustificata dal posto di lavoro, infatti, rappresenta una grave mancanza di rispetto nei confronti dell’azienda, sia dal punto di vista umano che sotto il profilo della responsabilità disciplinare.
Immaginiamo, infatti, un’azienda che si trova in un periodo di grande produttività che richiede la presenza di tutte le risorse a tempo pieno per poter rispettare consegne e impegni nei confronti dei propri clienti.
Qualora uno o più dipendenti decidessero di sabotare i programmi del datore assentandosi senza giustificato motivo, essi metterebbero in atto un comportamento scorretto sia nei confronti dei propri colleghi, lasciandoli soli nel lavoro da svolgere, sia nei confronti del datore di lavoro che fa affidamento sul loro contributo produttivo, che infine, in termini di responsabilità professionale.
Inoltre se tutto andrà in questa direzione ci saranno novità anche per i datori di lavoro che non dovranno più pagare il ticket di licenziamento, tale contributo infatti viene versato dai datori di lavoro, in caso di licenziamento dei lavoratori ma se sarà appunto considerata l’assenza ingiustificata come una dimissione tale contributo non dovrebbe più essere versato dai datori di lavoro che avranno giustamente una riduzione dei costi del personale.
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Buongiorno, quali sono i riferimenti normativi di questa nuova previsione?
Ho letto il DL 48/2023 e non ho trovato articoli che citassero la perdita della Naspi in caso di assenze ingiustificate.
Nel Dl 48/2023 non è stato più inserito questo articolo ma si è parlato molto di questo argomento prima e dopo la pubblicazione in gazzetta del decreto. Si aspettava infatti che questa novità venisse inserita nella legge di conversione pubblicata in GU n. 153 la Legge del 03.07.2023 n. 85 ma così non è stato. Se ci saranno altre novità aggiorneremo questo articolo e ti terremo aggiornata.