Scade di tra pochi giorni la cosiddetta “opzione contributivo” grazie alla quale le donne possono lasciare anticipatamente il lavoro accettando in cambio un assegno previdenziale più basso perché calcolato con il meccanismo meno generoso.

Più precisamente, potranno sfruttare questa possibilità le lavoratrici del settore privato che maturano i requisiti richiesti entro il mese di novembre, e quelle del pubblico che ce la fanno entro dicembre. Poi, a meno di ripensamenti legislativi che al momento appaiono improbabili, le porte si chiuderanno e sarà inevitabile restare al lavoro fino a cinque-sei anni in più. Poi, nel 2015, toccherà alle lavoratrici che stanno maturando il diritto in questi mesi.

In una sua circolare, l’Inps ha interpretato la questione specificando che il termine del 31 dicembre 2015 va riferito al momento dell’uscita effettiva e non a quello del conseguimento del diritto. Ecco perché il tempo è già scaduto per le lavoratrici autonome e si avvia a scadere per le dipendenti: quelle del privato per poter andare in pensione entro il primo dicembre 2015 (ultima data utile) devono maturare i requisiti entro novembre, mentre le pubbliche, che per le vecchie regole Inpdap hanno la possibilità di uscire in qualsiasi giorno del mese, potranno arrivare anche al 30 dicembre, un anno prima dell’ultimo giorno del 2015.

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